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Migliorare le soft skills con la realtà virtuale

Quando si parla dello sviluppo delle competenze in ambito lavorativo, si tende a riferirsi alle competenze tecniche specifiche di una mansione, trascurando le cosiddette soft skills.

Ma cosa sono le soft skills?


Le soft skills, ovvero le competenze trasversali, sono abilità socio-emotive che riguardano il modo in cui una persona lavora e includono, per esempio, come si rapporta ai colleghi o ai clienti, come risolve un problema o gestisce il suo lavoro.

Le soft skills sono caratteristiche personali necessarie per aver successo in ambito lavorativo, tra queste ci sono:
• Capacità comunicative
• Problem solving
• Intelligenza emotiva
• Capacità di lavorare in team
• Capacità di influenzare e di veicolare le scelte aziendali
• Leadership
• Pensiero critico

Uno studio dello Stanford Research Institute in collaborazione con Carnegie-Mellonha ha rilevato che il 75% del successo lavorativo a lungo termine dipende dalle competenze trasversali delle persone, mentre solo il 25% dalle conoscenze tecniche. Le soft skills però sono abilità tradizionalmente difficili da insegnare e misurare, in quanto non tangibili come le conoscenze tecnico-professionali, e quindi molto spesso il loro sviluppo viene trascurato all’interno delle aziende. Ma la tecnologia può venirci in aiuto.

 

Migliorare l’allenamento delle soft skills con la realtà virtuale


La realtà virtuale permette ai dipendenti di esercitarsi in uno spazio sicuro, di migliorare le proprie competenze trasversali e le proprie reazioni emotive. Abilità come il parlare in pubblico, gestire una vendita commerciale o fare networking sono essenziali per l’operatività di un’azienda, anche se non vengono insegnate sui banchi di scuola.

Grazie all’uso di un visore, la VR immerge l’utente in ambienti simulati, costruiti a tavolino, creando la percezione di vivere un’esperienza quasi reale. Questo permette di aumentare il livello di coinvolgimento e di assimilare le informazioni con un’efficacia di 3 volte superiore rispetto a qualsiasi altro strumento multimediale. È provato che l’apprendimento “esperienziale” (il cosiddetto learn by doing) sia il metodo di formazione più performante.

Ne parliamo nell'e-book "Guida all'uso della VR per la formazione aziendale".

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Con la VR è possibile quindi far apprendere ai dipendenti diverse competenze. Attraverso simulazioni realistiche, il dipendente può trovarsi a dover gestire una presentazione in pubblico, una trattativa, una riunione determinante e rispondere di conseguenza, ricevendo dei punteggi o dei consigli per migliorare. In questo modo l’azienda può valutare lo sviluppo personale e le soft skills della propria forza lavoro.

 

soft skill

 

PwC e Oculus Business hanno condotto uno studio dal titolo "The Effectiveness of Virtual Reality Soft Skills Training in the Enterprise" per valutare i risultati di un modulo di formazione per lo sviluppo delle soft skills svolto completamente in realtà virtuale. I dipendenti, selezionati tra un gruppo di manager in 12 sedi negli Stati Uniti, hanno seguito lo stesso modulo formativo in tre diverse modalità di apprendimento: in aula, tramite e-learning o in realtà virtuale. Agli studenti è stato permesso di seguire il corso in una sola delle tre modalità.

Dallo studio è emerso che:

  • I dipendenti formati in VR dopo il training sono il 275% più preparati rispetto agli altri

  • La formazione in VR risultata 4 volte più veloce rispetto alla lezione frontale e 1.5 volte più veloce rispetto all’e-learning

  • I formati in VR sono 3.75 volte più coinvolti rispetto alla lezione frontale e 2.3 volte rispetto a quella e-learning

  • I formati in VR sono 4 volti più attenti rispetto ai formati con e-learning e 1,5 volte di più rispetto alle lezioni frontali


 

L'esempio di Hilton


Hilton, la celebre catena alberghiera, utilizza la realtà virtuale per trasmettere al proprio personale una nuova abilità: l’empatia. Migliaia di dipendenti, sparsi in tutto il mondo, utilizzano la VR per imparare a gestire la complessità delle operazioni alberghiere in un ambiente controllato: possono visitare tutti i dipartimenti della catena dell’ospitalità e vestire i panni dei loro colleghi, per imparare cosa significhi lavorare come addetti al servizio in camera, alle pulizie, alla cucina o alla reception. In questo modo diventano più consapevoli del lavoro svolto da ognuno e di come ogni azione può incidere sul lavoro di tutto il team. Ma con la VR hanno anche la possibilità di mettersi nei panni di cliente frustrato e vivere diversi scenari: un lento servizio di ristorazione, una sala riunioni allestita in modo improprio, una chiave digitale non funzionante, un processo di checkout troppo elaborato e una macchinetta del caffè rotta. Con oltre 6.000 hotel e resort in 119 paesi e territori, Hilton ha affrontato una sfida logistica educando tutto il team aziendale a quelli che sono i punti fondamentale dell’esperienza alberghiera. Con questa tecnologia ha ridotto la formazione in aula da quattro ore a 20 minuti, fornendo uno strumento di formazione continuamente aggiornabile, anche a distanza. Grazie alla VR i membri del team Hilton possono guardare negli occhi un ospite scontento o un collega e dire: “Capisco come ti senti”.

 






Quali sono quindi i vantaggi della realtà virtuale?


Riduzione di costi e di rischi, risparmio di tempi, maggiore efficacia: grazie alla VR le persone possono essere formate in qualsiasi parte del mondo, senza doversi spostare, in un ambiente completamente sicuro e senza la necessità della presenza fisica di un formatore. Oltre a ciò, l’esperienza può essere ripetuta all’infinito. Questo permette di semplificare l’acquisizione di nuove competenze o il loro sviluppo.

 
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